Lampedusa amica fragile
Per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle
Potevo attraversare litri e litri di corallo
Per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci
F. De Andrè
Care viaggiatrici e cari viaggiatori,
a nome dell’isola di Lampedusa siamo felici di darvi il benvenuto!
Arrivare fin qui non è semplice perciò, una volta affrontata la fatica, è bene concedersi un attimo per capire cos’è davvero questo zatterone roccioso appoggiato sulla faglia africana.
Lampedusa è una bellissima donna chiacchierata, tutti ne parlano ma pochi l’ascoltano. E’ un’isola tanto lontana da prestarsi al sogno esotico, al desiderio di fuga e alla poesia. Il mare, il confine che racchiude, la rendono una porta girevole tra due mondi: per alcuni è l’estremo sud per altri l’inizio del nord. Quando si spengono i riflettori sul porto sicuro, quando si volta la pagina della rivista patinata dell’agenzia viaggi, resta però la vera Lampedusa che altro non è se non la casa di chi qui ci è nato o ha scelto di viverci. Su questa meravigliosa terrazza sperduta nel Mediterraneo vivono donne e uomini che resistono all’isolamento e all’incuria, sotto il pelo dell’acqua trasparente abitano specie minacciate dalla modernità e dal progresso, tra gli arbusti brulli sopravvivono piante capaci di garantire respiro e resilienza, a tutte e a tutti noi.
Lampedusa è un’amica fragile. Un territorio scarnificato dal cemento, una bellezza minacciata dall’assenza di un qualsiasi pensiero di tutela e sostenibilità.
L’isola misura appena 20 km quadrati, gli abitanti in inverno sono più o meno 6.000 ma durante la stagione turistica si può arrivare fino a 70.000 presenze contemporaneamente. In questo periodo si avverte quanto il depuratore sia sottodimensionato, gli scarichi riescono a smaltire a fatica quanto proviene da abitazioni e attività produttive. La gestione dei rifiuti risulta essere insufficiente, forza lavoro e mezzi sono tarati sulla popolazione residente e non sugli arrivi stagionali. L’acqua non è potabile, perché proviene da impianti di desalinizzazione delle acque marine, e non è corrente, nel senso che l’approvvigionamento avviene attraverso autobotti che riempiono le cisterne presenti in case e luoghi di lavoro. La fornitura di energia elettrica avviene attraverso una centrala alimentata a gasolio, portato sull’isola da navi cisterna. Con la nave dalla Sicilia arriva tutto ciò di cui l’isola ha bisogno, dai generi alimentari ai laterizi, dai tabacchi all’abbigliamento, ciò significa che qui a comandare sono il mare e il vento.
Tutto questo si traduce in un piccolo elenco di comportamenti responsabili che, siamo certi, condividerete pienamente con noi:
Lo spreco dell’acqua qui è più grave che in altri luoghi.
In tutta l’isola ci sono solo due autobotti, perciò in alta stagione i tempi di attesa della consegna potrebbero essere maggiori
L’elettricità ha un costo molto alto, in termini economici ma soprattutto ambientali.
La diffusa noncuranza delle dimensioni degli impianti, può generare blackout durante l’alta stagione
Gli scarichi sono fragili di costituzione, ma durante l’alta stagione lo sono molto di più per il sovraccarico cui sono sottoposti. Occorre fare attenzione a non usarli come pattumiera
La raccolta differenziata sta dando i suoi frutti, è dovere di tutte e tutti noi continuare ad implementarla
Fate molta attenzione alla plastica e ai mozziconi di sigaretta. Tutto quanto viene abbandonato in strada o in spiaggia finisce in mare
Se al supermercato non doveste trovare ciò che vi serve perché “non è arrivata la nave”, non vi indignate. Comandano il mare e il vento
Qualunque cosa dovesse succedere in casa, la nostra solerzia sarà massima. Ricordate però che le maestranze che servono i bisogni dell’isola sono adeguate al numero degli abitanti e non dei turisti
La bellezza di Lampedusa non è un privilegio, è un dono per il quale occorre saper ringraziare con la cura.
Buona vacanza e, soprattutto, buon viaggio!
Rosalba e Gabriele